Ispica e l'Isola che non c'è

La segnaletica stradale lungo le vie di collegamento extraurbane è la cosa a cui facciamo meno attenzione quando siamo in viaggio. Questo accade in maniera particolare quando stiamo percorrendo una strada che conosciamo a memoria o ci stiamo recando in un luogo a noi familiare. Può capitare, però, che un incontro fortuito ti porti a notare alcune incomprensibili lacune che, alla fine, generano nell’automobilista veri e propri stati di panico.

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Immaginate per un attimo di essere un tranquillo cittadino che, per la prima volta nella sua vita, decide di trascorrere una settimana di relax in una ridente cittadina siciliana chiamata Ispica. Arrivi a Catania alle otto di sera con il volo che hai prenotato e che, mese di agosto, puntualmente porta un’ora di ritardo, ritiri la tua bella station wagon nell’autonoleggio meno costoso e, dopo aver caricato armi, bagagli e famiglia, inizi quella che, alla fine, rischierà di trasformarsi in un’avventura tipo “alla ricerca dell’arca perduta”.

Su internet o presso l’agenzia dove ha acquistato la tua vacanza ti hanno detto che dall’hotel (villaggio, agriturismo, casa vacanze…..) dove alloggerai potrai raggiungere facilmente località di grande interesse turistico come Modica, Scicli, Ragusa Ibla, Siracusa, Noto, Caltagirone….. Si, ti hanno detto proprio questo, cioè che il luogo dove andrai a trascorrere le tue vacanze è ubicato all’interno di un territorio assai vasto. Quello che, però, non ti hanno detto è che la stessa facilità con cui puoi raggiungere Modica o Noto non l’avrai nel raggiungere la meta delle tue vacanze. Non te lo hanno detto ma te ne renderai conto appena metti il naso fuori dall’autostrada Cassibile-Siracusa ed inizierai a cercare disperatamente un cartello che ti indichi la strada da percorrere. Non parliamo, poi, quando arriverai alle porte di Noto e, sbagliando, ti incanalerai tra le viuzze della incantevole patria del barocco o ti ritroverai sulla Noto-Pachino. Sarà in quel momento che, mentre dal sedile posteriore arriveranno le voci dei tuoi figli che ti chiedono “papà quanto ci vuole ancora?”, ti assalirà la nostalgia di casa, delle belle e larghe autostrade dove i cartelli stradali ti prendono per mano e ti portano fin sotto casa tua.

Se superi indenne la barriera di Noto, alle porte di Rosolini ti aspetta una nuova e dura prova che ti farà pentire amaramente di non aver preso l’auto con il navigatore satellitare. Sarà proprio alle porte di Rosolini, infatti, che ti imbatterai in un bivio per Modica e, pensando che Ispica è vicino Modica, ti troverai disperso per le campagne della Contea. Sarà in quel momento che, cuore impavido in terra straniera, fermerai la tua auto e, rischiando di essere travolto, bloccherai il gentile automobilista autoctono per chiedere lumi e, dopo le avventure e le peripezie attraversate, ti sentirai anche un poco deficiente perché quello ti risponderà “Guardi, la strada è semplicissima!”. Alla fine, dopo tre ore di viaggio, giungerai alla meta agognata e parcheggerai la tua auto per riprenderla solamente il giorno della tua partenza (meglio non rischiare).

Quando tornerai a casa inviterai gli amici per una cena a base di prodotti tipici, acquistati nello spaccio dell’hotel. Racconterai loro le bellezze della costa ispicese e, mentre il tuo stereo lascia fluire le note del brano di Bennato “L’Isola che non c’è”, consiglierai Ispica come meta delle loro prossime vacanze, previo, però, l’acquisto di un buon cane da tartufi!

7 Comments

  1. Che poi mettere 4 pali in più non credo sia una spesa così inaffrontabile. Piccole cose che fanno la differenza tra servizio e disservizio.

  2. Aaaahhhh che dolore, che dolore!!! Ragazzi, così proprio mi angosciate!!! Io cerco con tutte le mie forze di “dimenticare”… e voi provvedete continuamente a riportarmi “a terra”, o meglio “alla realtà” e peggio ancora a quella che poi “dovrebbe” essere “casa mia”! Ma come in questo contesto anche a parlare di Università a Ispica…!?! Si vede proprio che chi parla di queste cose (e chi ci va dietro!) non ha superato lo stretto più di qualche volta… e solo giusto per il tempo “stretto necessario”…!!! Aiutati che dio ti aiuta (speriamo!!!)!!!

  3. Se l’economia (miii che parolone) ispicese si basase sul turismo, sarebbero necessari i piccoli interventi segnaletici per condurre i gitanti alla località nostra. Ma, essendo l’economia indigena basata prevalentemente sul mercato dei voti elettorali, atteso che i turisti non sono produttivi per le elezioni (valutate con unico parametro di rendimento ch’è misurato contando le icsi sulle schede), dimmi te perché dovrebbero spendere qualche euro per un investimento altamente improduttivo? salutamu 😉

  4. Onde evitare che qualcuno venga a dire che la segnaletica è stata superata dai navigatori satellitari vi invito a leggere una notizia comparsa questa mattina sul Giornale di Sicilia. Pare che un tedesco (e stiamo parlando dei tedeschi mica di micio micio bau bau qualunque!!!!), seguendo le indicazioni del suo navigatore satellitare, è andato a sbattere su un vespasiano. 🙂
    Chissà come funziona da quelle parti la storia delle “icsi sulle schede”?
    Ad maiora.

  5. Carissimi ragazzi (ed amici) io non ci sto! Vedo spesso che Ispica viene considerata e descritta come il paese dei “mau mau”. Capisco benissimo chi la considera come una “terra ingrata” dalla quale si è stati costretti a scappare o chi, pure vivendoci, avverte molti disagi, vive come quando indossa un maglione troppo stretto e pungente. Ma, parafrasando una citazione celebre, dico “Bella o brutta è la mia Città”. E, visto che sono in vena di citazioni, ne faccio un’altra, anche questa liberamente tratta: “Non chiedete cosa può fare la vostra città per voi, ma cosa voi potete fare per la vostra città”. Cosa voglio dire? Che ho letto parecchi post miranti a screditare Ispica, a sputarci sopra, a tenere un atteggiamento da schifiltosi. No! Sono fra quelli che non condividono per nulla certa mentalità provinciale, l’approccio gretto con la politica e il modo di considerare la cultura e le culture. Ho spesso criticato certe nostre smodate manie di grandezza. Ma scrivere e far capire che Ispica fa schifo questo non lo posso condividere. Denunciamo pure le nostre contraddizioni, ridiamo pure sulla goffaggine di certe iniziative, ma Ispica è nostra, “nostra”. Scommettiamo su di essa. Vorrà dire scommettere su di noi e il nostro futuro. Salute a tutti!

  6. Parafrasi per parafrasi, potremmo anche dire: “Dio me l’ha data e guai chi me la tocca”. 🙂
    Gianni, è vero, spesso siamo propensi (ma non solo su Spaccaforno) più a criticare ciò che ci circonda e sempre meno a fare, ad agire perchè le “negatività” che osserviamo scompaiano.
    A parte l’aspetto ironico della storiellina che ho raccontato (fatto, in parte, realmente accadutomi mentre rientravo da Palermo), il problema sta proprio in quella frase che hai scritto (“Non chiedete cosa può fare la vostra città per voi, ma cosa voi potete fare per la vostra città”).
    La questione delle “icsi” (citate da Saro) potrebbe essere plausibile se, per esempio, esistesse una segnaletica “privata”. Ma, se pensiamo che nemmeno il “Villaggio” (e quel povero turista che ho incontrato proprio la doveva andare) ritiene importante fornire questo servizio ai propri clienti….
    Giusto non parlare male e criticare solamente. Ma giusto anche non dire sempre “Piove, Comune ladro”!!!!

  7. si tratta di strade extraurbane, provinciali o statali che siano, quindi gestite dall’anas, non credo che i comuni debbano pagare le insegne su queste strade, come invece avviene su quelle comunali.
    se i nostri politici non riescono a fare nulla anche quando non c’è da pagare allora siamo messi male, e non parlo solo di quelli attuali, non credo di ricordare negli ultimi 20 anni che da catania a scendere ci sia mai stata una sola insegna per ispica, forse una volta c’è n’era una dalle parti di rosolini (forse).

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