Buon Diwali di Saro Fronte

Sono affascinato dalle mitologie e mi piace qualche volta perdermi negli intrecci misteriosi che tra esse scorgo.

Trovo sorprendente che i nostri popoli antichi, ovunque essi si trovassero, ricorressero al sacrificio di esseri viventi facendo scorrere sangue, al fine di supplicare la grazia delle Divinità, o del Dio unico a cui si rivolgevano. Questa regola vale tanto per gli dei induisti, quanto per gli dei dell’olimpo, o per l’unico dio a capo delle religioni più moderne: quali quella ebraica, islamica o cristiana.

Tutti gli Dei gradivano e chiedevano sacrifici da espletare sul proprio altare, dove il sangue doveva essere versato copioso e a iosa, perché grande fosse il diletto e alto il gradimento. Forse questa è una delle ragioni che mi hanno creato una certa indisposizione nei confronti degli Dei o del Dio unico, ma non è su questo che intendo cincischiare oggi.

Oggi di buon mattino mi è arrivato un messaggio di augurio da parte di un amico che vive a Nuova Delhi e lì, in questo giorno si festeggia il Diwali. Il Diwali è una celebrazione di vita e di gioia in quello che viene considerato il giorno della Luce. Infatti la tradizione induista, vuole che in questo dì di festa si accendino quante più luci possibili: come simbolo, perché è la Luce a tornare nell’uomo e nella vita. La tradizione induista, dice che una Sposa di nome Sita, che doveva essere proprio bedda e fina comu a sita, fosse stata tenuta per sé da un Dio che di nome si chiamava Ravana. Questo rapimento, fu – per capirci – per molte similitudini come l’episodio che nella bibbia viene narrato con il “Satanasso” che vuole fottersi in tentazione la bella Eva. Questo Dio induista che ebbe da fare con Sita, voleva un po’ fare con la donna i comodi suoi. L’uomo a cui la bella Sita era stata sottratta si chiamava Rama, il quale per propria origine di “creazione”, era stato un prescelto – per capirci – alla maniera dell’Adamo che noi conosciamo attraverso la tradizione biblica. A differenza di Adamo ed Eva, che nel paradiso terrestre avrebbero dovuto rimanere insieme, nel caso di Sita e Rama possiamo dire che il Dio Ravana, si tiene a Sita e caccia via al povero Rama. Questo Rama, a cui era stata sottratta la bella Sita, non se la cala la faccenda così e come è, e si allea con degli esseri più simili alle scimmie che a lui (immaginate questi alleati un po’ come la Lilith che ebbe a che fare con Adamo prima che gli creassero Eva, se di Lilith vi è capitato di farvi un’idea. Altrimenti fa niente, potete continuare lo stesso nella lettura).
Quindi l’adamitico Rama, insieme a questi esseri “scimmia”, va nell’isola del Dio Ravana e ci scassa mezzo mondo, fino a ripigliarsi e portarsi a casa la sua Sita bedda.
Possiate essere tenaci nella vita, come Rama, che nelle sue antiche scritture indiane, ad un certo punto viene descritto in un passaggio molto simile a un altro eroe che avete sicuramente amato incontrandolo nei libri di scuola: cioè, allo stesso modo di Ulisse (Odisseo), quando nei panni di un mendicante si fa consegnare l’arco che nessuno altro è in grado di tendere e usare, e con quello fa una strage di Proci, quelli che gli volevano fottere la sua amata Penelope. Ecco, anche a Rama viene consegnato un arco che nessuno è in grado di tendere, e Rama non solo lo tende, ma lo scassa direttamente in due, provocando un forte terremoto, che – per capirci – i suoi nemici Proci li seppellisce direttamente.

La tradizione vuole che nonostante Rama avesse riavuto la sua Sita, doveva lo stesso rinunciare a lei: perché si temeva che Sita fosse stata compromessa dal Dio Ravana. Ma Sita fa come fanno tutte le vergini di qualsiasi tradizioni: si fa una bella passiata tra le braci e se ne esce ancora più bella e integra rispetto a prima, quindi Rama può tenersela con se, perché di femmina pura si trattò! Ah!Prova ne era che aveva attraversato indenne il fuoco.

La festa della Luce è oggi, un po’ il ritorno della luce nella vita, un po’ la luce nella pace tra gli uomini e donne – a prescindere dagli dei – : che come è noto per essere contenti chiedono sacrifici e sangue.
Accendiamo quindi una lanterna e Buon Diwali a tutti.

Spaccaforno, 7 novembre 2018

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