Islam a Scuola? No Grazie!

La Consulta Islamica recentemente ha chiesto l’introduzione dell’ora di Islam nelle scuole, almeno nelle classi in cui ci siano un certo numero di alunni musulmani.
Il cardinale Martino ha dichiarato che non ci sono pregiudizi in proposito da parte della chiesa cattolica.
Certo, la chiesa cattolica da molti anni è impegnata a mostrarsi tollerante con le altre religioni, è ovvio che non abbia nulla in contrario, daltronde in italia ormai vivono oltre 1 milione di musulmani, l’islam è la seconda religione d’italia e quindi non si può non riconoscere questo diritto agli islamici.

Però in questo ragionamento qualcosa non quadra:

  1. l’italia, in quanto stato laico, non dovrebbe avere religioni di stato
  2. dalla nascita della repubblica esiste una ‘non religione‘ che come numero di ‘non credenti’‘ è superiore all’islam, però l’ateismo non è mai stato insegnato nelle scuole e i ‘senza dio’ italiani non hanno mai avuto diritti
  3. se oggi si introduce l’ora di islam, per par condicio [sempre escludendo i senza dio] domani dovremmo avere insegnanti di induismo, buddismo, scintoismo e vattelapeschismo
  4. questi insegnanti, sempre per par condicio rispetto al cattolicesimo, dovranno essere pagati da tutti i contribuenti, atei inclusi [quando c’è da tirare fuori i piccioli anche loro diventano cittadini di serie a]

Il vero motivo per cui la chiesa cattolica si mostra cosi’ ‘aperta’ è per scongiurare la possibilità che finalmente questa nazione ridiventi realmente laica, cancellando definitivamente l’ora di religione dalle scuole e i crocifissi dai luoghi pubblici.
Dico ridiventi perchè il regno d’italia fra il 1860 e il 1929 è stato uno stato laico a tutti gli effetti, fù l’antenato del ‘bellachioma coi tacchi’ a far rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta.
Si sono potuti permettere di non considerare gli atei per 60 anni, ma adesso con una società sempre più multietnica e multireligiosa le strade percorribili sono solo 2, riconoscere gli stessi diritti agli altri o perdere i propri.

Sinceramente non vedo nessun beneficio nella prima ipotesi, credo sia più democratico consentire a chiunque la pratica del proprio credo nelle sedi opportune, che tutti i luoghi pubblici siano ‘laicizzati’, e che le spese per la religione siano a carico totale del credente e non dello stato.

fonte: senzapeli.altervista.org

6 Comments

  1. Parole sante… “zia Lucia”!!!
    Certo, come si fa a non concordare. Però se non mi sbaglio tra le possibili opzioni condivise anche dal “prete” (vescovo, cardinale… boh, non ho fatto il militare e quindi i gradi non li conosco bene!) che ha fatto dichiarazioni in materia, c’era anche l’ipotesi di istituire in alternativa un’ora di “Storia delle Religioni”. Questa ipotesi credo possa essere ritenuta veramente valida ed uno strumento utile per integrare gli uni e gli altri. Non vi pare?!?
    Se fosse così, da “senza Dio” mi farei volentieri da parte ancora una voltà e seguirei la lezione degli altri!

  2. questa ipotesi credo potrebbe andare bene a tutti, però a questo punto perchè continuare ad avere un insegnante di storia delle religioni, formarlo, dargli un lavoro e pagarlo, visto che si tratterebbe di storia, basterebbe introdurla nel programma di storia.

  3. E’ un giorno che ci sto riflettendo. E non sono arrivata ad alcuna conclusione, tanto per cambiare.
    Però penso che la “confessione” dei “senza dio” sia già insegnata nelle scuole italiane, nei programmi di filosofia, storia e letteratura, più o meno tra le righe, più o meno apertamente. Lo studio profondo e attento delle “cosuzze” dell’uomo, da quando si volle mettere a “pensare”, è un po’ un programma didattico per “senza dio”, tutto sommato.
    Quando ne bevi tanto e tanto, ti ritrovi pieno di “uomo”, e “senza dio”. Ed è bello.
    Se poi arriva il programmino di religione cattolica e quello di religione musulmana, in fondo altro non sono che un “di più” di conoscenza sulla conoscenza. E a me non dispiace. Tutto quello che serve a formare una mente critica, ben venga.
    Peggio, molto peggio, quando in un programma didattico formativo mi vedo spuntare la voce “ricamo” o “intaglio”. Lì divento pazza.

  4. scusa clara, quello che dici ha sicuramente senso, anche le cose che non ti interessano o in cui non credi entrano cmq a far parte della tua conoscenza, però a che serve un prete che insegna religione? io ne ho avuti diversi nei vari anni e non mi hanno insegnato nulla perchè quell’ora è futile e non conta nulla ai fini della valutazione di fine anno, non conosco una sola persona che abbia imparato qualcosa in quell’ora, sicuramente qualcuno c’è e ci saranno in giro bravi insegnanti sia preti che laici, ma credo siano la minoranza.
    inserire lo studio delle religioni all’interno del programma di storia significherebbe dargli un punto di lettura un pò più neutro e dargli la patente di materia seria, qualcosa da studiare, non qualcosa su cui cazzeggiare.
    l’unico scritto che ho fatto in vita mia nell’ora di religione è stato la compilazione della scheda personale, ho scritto che mio padre faveva l’astronauta e il prete non ha avuto di coraggio di dire niente, tanto incazzarsi a cosa gli sarebbe servito.

  5. Carissimi,
    Io correggerei il tiro, tanto siamo tutti italiani e popolo di “perfezionisti”… a parole!!!
    La cosa che in genere mi dispiace di più è gettare via il bimbo con tutta l’acqua sporca!!! Non lo trovo sano, produttivo.
    Se all’Università (alla posta, alla usl, al ministero, al parlamento, “niente” funziona bene, noi che facciamo, chiudiamo l’Università (…)?!?
    Bene, se il prete non va bene per insegnare religione, se il laico spesso è più prete del prete, che ne pensate di pagare al posto loro una persona “quantomeno” “formata” per fare il suo lavoro?!
    Certo insegnare a fare l’uncinetto è più facile, ma chi sa fare l’uncinetto sicuramente darà alla società molto meno di una persona capace di “pensare”!
    O no!
    Bye bye

  6. La discussione ci trova più o meno d’accordo. In particolare sono d’accordo con Piero DG. Basta eliminare l’ora di religione. Una riflessione però: in storia, in filosofia e in storia dell’arte si dovrebbe insegnare non solo cosa ci ha lasciato come backgroud culturale 2 millenni di cristianesimo più o meno continuo. Dovrebbe ricordare che la Sicilia ha vissuto due secoli e mezzo di civiltà araba, tollerante e aperta al mondo più di quanto lo si possa lontanamente immaginare. Il nostro angolo di sicilia araba si è arreso ai Normanni solo nel 1091, mandando in fuga emiri più o meno illuminati, artigiani e poeti (conoscete in notisciano Ibn Hamdis ?). A quell’epoca vivevano in Sicilia una buona percentuale di musulmani, di cristiani ortodossi che parlavano greco, e di ebrei, tutto sommato in pace tra loro. La spedizione Normanna in Sicilia, sponsorizzata da Urbano II diventò il prototipo di Crociata applicato a molte riprese a partire dal 1099. Ma questo voi lo avete mai sentito in classe ?

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