Ciao Laura

anche questo è un racconto

Ho freddo. Il corpo freddo ma mi sta bene così. Posso coprirmi e vorrei stare da un’altra parte, camminare altrove improbabile lo stomaco, l’ano, le gengive vorrei scoprire le trombette, spalancare le finestre per far colare l’asfalto dentro, un rovescio, grumi d’ asfalto dove poter grattare il mio cranio, strappare gli ultimi capelli e poi stropicciarmi gli occhi con una pinzetta e magari lasciare le orbite rotolare da via Milano a via Torino e fermarsi vicino allo pneumatico al 28 perché solo così posso cedere le visioni registrate nelle chiese di Scicli così tremendamente ricche di parrucche, colori, ori e argenti, sentire i sonagli agli ingressi, la banda cittadina sputare marcette ora allegre, altre funebri con la schiera degli idioti zampettanti dietro quasi di corsa al passo dell’oca, a tempo mentre i ragazzini incantano con le loro grida e i calci al pallone l’anziana signora che muove abile i ferri, l’uncinetto, con gli occhiali in equilibrio nella punta del naso, gli occhi bassi, sonnecchianti, il cranio vuoto, quanto sta dentro è sparito, svanito insomma! Ho freddo alle mani e non posso aprire gli scuri e poi come fa l’asfalto a versarsi dentro se la ghiaia ostruisce il corso e galleggia nella melma? La fossa é esplosa proprio di martedì cazzo! Martedì scorso quando s’inaugurava Non saremo noi non potevo andare a cagare, non aprire i rubinetti dell’acqua e , davvero, io non uso gli assorbenti, non i pannolini due, due ne hanno trovati e tutto zampillava dal tombino come una fontanella e spruzzi marroni e carte volavano due ore prima che si inaugurasse la mia mostra. Non potevo essere io, solitamente non uso gli assorbenti, davvero. Ho pure le grecchie rotte. Il pus cola lentamente nella maglietta rossa alla marinara e la caffettiera è esplosa, che noia! Che noiosi i cadaveri che avanzano, le trombette della Michela, le note stonate, il lavoro al lutto, finisce, finitemi nelle regioni, varie, rumorose che stanno nella nuca e sbiaditi i gialli, i rulli di tamburi se ne vanno, girano le strade: un sollievo pensare che il mormorio si abbandoni su altre vie. Gli amici sepolti. Tutti gli amici sepolti. Discutono ancora della fogna laggiù, nel cortile e pertanto riceverò l’asfalto quando e solo avranno sepolto gli stronzi. Un cortile alla cazzo di cane. O marcette a Dresda. Gli zombie si muovono nella grande piazza di Dresda nella sera con la meraviglia dei turisti, le luci arancioni, anzi di giallo di cadmio arancio 080 mentre gli zombie passeggiano o si trascinano solo una settimana fa, mentre l’Aldo, di Pozzallo, largo quasi sei metri mi si mette a ballare davanti, mostruoso nella sua risata, davanti a me i timpani rullano furiosi e la musica cessa. Questo è il segnale che è giunto il momento di alzarmi il culo dalla dondolo che dopo e in breve tempo s’arresta, fredda. Due DVD partiti al prezzo di 3 euro please! Allora calmo la mia sete e butto l’ Alicia. Non ho altro da fare qui, al vespro, non parole da dire, ruttare. Metterò solo i guanti rigorosamente bianchi e andrò allo sportello dell’Agenzia delle Entrate e sputerò al Direttore,  in una nuvola di forfora e l’alito d’aglio mi prende una nausea che svengo e stonato vibro, in questo momento per le poche ore di sonno, l’inquieto. La stampelle cadranno presto e senza coordinate andrò vagando a Dresda, in mezzo agli zombie, zombie che manco si salutano e spariscono nei vicoli intorno alla piazza, i pochi umani ridono. Ciao Laura, forse dopo lo sforzo mi riprendo – forse – e vai a vedere la mia mostra, ci tengo!

5 Comments

  1. Ciao ragazzi e mi riferisco a Piero Di Giorgio e Saro Fronte.

    Gran bel sito! Complimenti

  2. ciao robbè, da una vita … mi fai ripensare alla “traversa ro cursu”, ricordi quando eri il solo ad avere patente e macchina?

    grazie x i complimenti 🙂

  3. Si piero, ma sono anche il solo ad avere 41 anni….non credi???
    Bei tempi! Ciao

  4. Ciao Robberto, ti fermi con noi? bene allora assitto la caffettiera più grande. con l’età intanto voi andate avanti che io poi arrivo con calma 🙂

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