Chi l'indovina?

sabato sera, cavolo, ho iniziato con la minuscola!
Sabato, era. Ho passeggiato per le vie straniere di Legnano. Sono anni che abito un sabato così, così come dire lontano, sì lontano da come solitamente tutti o quasi spassano questo giorno benedetto della settimana occidentale.
Solo. Non perché sono solo, no, ma semplicemente perché così ci siamo abituati, così succede di sabato giorno tra i più difficoltosi, di estremo lavoro, ore e ore perché è proprio di sabato che naturalmente riesco ad impegnarmi totalmente nelle mie tele o pensieri o nella mia opera grafica o nell’altro.
Adatto i miei sabati.
Adesso, per esempio, sto disegnando queste parole e francamente non so dove mi condurranno. Adesso dalla radio giungono le note dell’ Orfeo di Monteverdi, sento strani strumenti che paiono trombette e che invece sono ad ance, curiosi, ascolto e torno alla mia passeggiata di prima, un’ora circa perso in queste vie così ordinate e talmente innocue al cuore che in confronto “geometrile” agita cose d’interiora e ravviva l’animo d’umore cangiante. Nelle vie della sera odori mi hanno preso pel naso, salsicce, cipolle, scoregge.
Infine verso la stazione un concerto di grilli ha oscurato quello metallico di un treno passeggero: “Eh, minchia Ispica!.” Saranno già a riposo i ragazzi spaccafurnari. Io no. Sabato scorso alle 5 del mattino Guido è andato via. Sabato scorso, là , a Vigevano, s’è inaugurata la mostra Oggetto Donna. Dovevo parlarne forse ma lì, quella sera tutti erano tristi. Avevamo progettato bene quella sera. Sono stato lontano in questi giorni. Lontano da ogni giorno è un titolo di una straordinaria canzone e titolo di una, anzi di tre delle mie opere, chi canta questa distanza? Vediamo chi l’indovina!
Anni fa fu – anche – grazie a Guido che io e lo stesso Saro potemmo cantare il “terzo rinascimento” di Sicilia. Anni ancora e ci scorderemo di tutto come d’altronde ho voltato pagina d’allora, da questo sabato, cazzo! Pensavo, mentre passeggiavo, che, differentemente dall’educazione di un autore di questo sito che ho visto bere assenzio recentemente, la mia educazione è in difetto, quasi uno sfioro alla follìa, un canto quasi, beneducato certo, ma con lezzo. Così sono. Ho pianto ieri per l’ultima volta, non me ne vergogno se per un lutto, un padre quasi. E stasera, ho iniziato a fare pitolli nella nuova tela, quella del progetto Franzò che occuperà la galleria di via Solferino 44 e la sede del Corriere e sempre, naturalmente in via Solferino. Cambiano i siti. Cambiamo le persone.

3 Comments

  1. Lontano da ogni giorno
    beh ma questa è facile no?
    Riccardo Sinigallia

    (grazie google)

  2. Ti abbraccio Francesco, quel “Sabato scorso alle 5 del mattino Guido è andato via.” capisco bene cosa vuol dire, è andato via per sempre un grande amico dell’Arte. Lo ricordo con molto affetto e questa notizia tocca anche me, per averlo conosciuto e stimato, come sai.

    carbone.to

  3. Ok, propongo a questo punto di inserire “L’ angolo del poetastro” , una nuova categoria dove ci si può sbizzarrire, con anche classifiche sul più straziante ed il più sensuale dei poetastri, Là dove l’ abisso della pesantezza può avvolgerci ed inghiottirci nel suo vortice, siate sereni, giungerò comunque ed in ogni modo io a a rompere i condòni. 😀

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