Opere di restauro, a Ispica.

Ieri mattina qualcuno mi ha dato il libretto che hanno pubblicato in occasione dell’intervento di restauro della chiesa SS.Annunziata. Oggi, durante una pausa di lavoro, mi sono ricordato del libretto e l’ho sfogliato. Bella la copertina. Bello quel blu di Prussia, vero? A Ispica c’è qualcuno che sa se esiste il blu di Prussia? Inizio dall’ultima pagina, dalla scheda tecnica. La pagina è divisa a metà. Consolidamento e restauro della chiesa pincopallina da una parte, dall’altra il recupero e conservazione del campanile, loggiato e casa della cera. Da una parte leggiamo i nomi del progettista e direttore dei lavori, un architetto.

ss annunziata.gif

L’ente appaltante del Genio Civile di Ragusa, due Ingegneri. Il nome dell’Ingegnere capo, il nome dell’Ingegnere collaudatore, l’Impresa, quattro nomi, un Ingegnere, due Geometri – lo sapevo che c’erano anche loro – , un capo cantiere, probabilmente un muratore perché non è specificata nessuna qualifica ma un capo cantiere fa fico. Tra le professioni ditemi voi che leggete, se sapete leggere, quale figura manca? Un restauro? DOVE SONO I RESTAURATORI?

Andiamo dall’altra parte.

Recupero e consolidamento del campanile e compagnabella della chiesa pincopallina. Abbiamo lo stesso direttore e progettista dei lavori, un architetto, nella voce dell’ente appaltante abbiamo un ingegnere, – scrivo in minuscolo perché mi sono stufato della maiuscola – un architetto, poi, ancora, e ingegneri e architetti, l’impresa di Noto, ancora due architetti ed infine, miracolo, due restauratori, uno di sesso maschile di nome Francesco e uno di sesso femminile di nome Tiziana.

Due progetti della quale manca un progetto di restauro. Nessun controllo della soprintendènza; non è stato fatto nessun tipo di restauro conservativo in chiesa, ridendo e scherzando potrei sciusciuliari che sono state fatte opere di sostegno e demolizione, di ristrutturazione. Su quel libretto andava scritto Chiesa SS.Annunziata, Lavori di ristrutturazione, ricostruzione.

Volete vedere qualcosa senza andare a consultare il cataloghino? Osservate i basamenti dei pilastri. Le modanature in gesso (?) che vediamo adesso sono sporgenti riespetto al basamento, l’effetto è grottesco perché la colonna pare poggiata e grassa rispetto alla base che sembra soffrire come può soffrire una povera bestia come, chessò, un asino? Ma un asino è forte, ehm, trovatemelo voi un esempio migliore!, una bestia dicevo quando viene cavalcata da un gigante, cazzo, pare che ‘sta povera base abbia le fondamenta molli!!! Se in casa tenete una vecchia foto dell’interno della chiesa prima che il simpatico sisma solleticasse la struttura, sapete, a pasqua, il venerdì santo o per un matrimonio o un battesimo o qualche altra ricorrenza, fors’anche un funerale come si documentava una volta, se per caso, per sbaglio avete fotografato le povere colonne d’Ercole, potete verificare, vedere con i vostri, sì i vostri occhi l’obbrobbrio restituitoci. Se avete il libretto che sicuramente alcuni nunziatari illuminati e orgogliosi tengono in salotto e che probabilmente anche gli uomini di politica devono asssolutamente avere, potete vedere subito a pagina 26. Chi mi dice che i pilastri prima e dopo sono gli stessi sfido chiunque a sostenere che di gesso quelle colonne hanno il cartone e un po’ di ducotone, ‘fanculo! Neanche commento la pagina successiva, la 27, cosa per stomaci forti. Ci sarebbero da fare anche dei commenti a proposito dell’intervento della resina acrilica – pesante – che potete intravvedere a pagina 34. Chiudo, altrimenti m’incazzo andando a parare a pagina 41 a proposito di Cupola e Cupolini, tre immagini, in quella centrale c’è un signore con mazzuola e scalpello in mano, quello, signori, non è un restauratore, no, no. Nella foto accanto non mi pare che hanno usato il tessuto di carbonio, ma qualcosa della quale noi siciliani siamo sazi, cemento (?). Dimenticavo. E per ridere, definitivamente, anche per chi non ci capisce niente, consiglio di consultare la pagina 49, davvero Straordinaria. Un particolare del degrado all’imposta degli archi, prima e dopo, allo stato di fatto e ad intervento fatto: particolare dopo l’intervento di restauro lapideo. Tanto c’è scritto. Incredibile, sono dei pazzi. Ma è un restauro questo? Ultime note per vomitare, il blu ridipinto, il bianco che tanto mi ricorda una pubblicità di un noto dentifricio, anche quell’intervento, lo vedrete tra pochi anni, anzi, forse prima se sarete fortunati, è uno schifo, si sfoglierà tutto quel bianco e si formeranno carie che, ahimè, non c’è dentifricio che possa curare. Ancora, riuscite a passeggiare bene con la nuova pavimentazione che hanno fatto in piazza? Non vi pare di inciampare da un momento all’altro?

Per finire. Sono stato a ispica – minuscola, sì, sì – per tre gg. Ho assistito alla celebrazione di un fantastico matrimonio nella più bella chiesa di Ispica, quella del Gesù, bianca, un crocifisso magnifico, le figure dei santi in legno cromato e fortunatamente ben conservati, figure eleganti, la decorazione come fosse un merletto, una splendida madonna in fondo all’altare, i quadri più belli che abbiamo, due quadri di Beppe Assenza del 1934 che conobbi quando ero giovanissimo a Portopalo grazie al nostro dimenticato e maltrattato scultore, Salvo Monica – sia benedetto quell’uomo per quanto mi ha insegnato… – e ad un concerto. Magnifico concerto. Le note parvero troppo stonate per le grecchie dei nostri intellettualini di paese dai capelli cadenti, gli occhi lessi, i tic in agguato. Peccato, come sono stonati i sensi a Ispica!

C’è frasciamazza all’ingresso del Palazzo di Belmondo, al corso, l’avete vista?

Buone vacanze a tutti.

5 Comments

  1. Gli architetti li conosciamo tutti, no? E sappiamo come lavorano, no? C’è bisogno di dire altro?

  2. Anche a me è capitato di barattare quel libro con qualcos’altro..l’adesione ad un’associazione, credo..
    In realtà credevo fosse un libro che descriveva un’analisi..
    un’analisi di restauro..
    Ma mi ero sbagliata! Non c’è nulla che attesti che tipo di analisi sono state fatte, ammesso che ci siano state..!!
    Anche perchè mi è capitato d’entrare, alzare gli occhi e vedere sulla cupola centrale, macchie di umido e spaccature (ancora lievi, ma non per molto)..
    Ma qualsiasi domanda venga fatta a qualsiasi nunziatario, la risposta è solo una: “A CHIESA E’ NOSTRA”..
    Ma bene..
    Infatti si veda quanto oro luccica nelle paraste dell’abside interno..(io non me lo ricordo), ma comunque..
    Ah dimenticavo..lo scorso anno ho dipinto la mia stanza con ducotone e colori acrilici..beh..da domani chiamatemi “RESTAURATRICE”..
    P.S. Aiutiamo tutte le altre chiese di Ispica. I nostri figli hanno il diritto di vedere e sapere.

  3. Scrivo da Kiel, aspetto gli amici Coltro e Cri per andare a Lubecca. Abbiamo inaugurato la mostra del Premio Agenore Fabbri. Volevo scrivere qualcosa ma, qui, adesso, qualcuno mi impedisce di farlo. Riparto.

  4. Salve,
    se tra di voi c’è qualcuno ”titolato” -cioe’ detentore di una qualche qualifica accademica in materia di restauri-, mi contatti. scrivo per vari periodici locali e uno in particolare, Arche’, e’ una rivista culturale e di costume assai ben curata, diffusa in buona parte delle province di Ragusa e Siracusa. Al mio direttore piacendo, possiamo tirarne fuori un bell’articolo, anche al fulmicotone se e’ il caso. Un caro saluto

Comments are closed.