15 Comments

  1. Ciao Clara, prendo in prestito le parole di una mia carissima amica Cecil che in un altro blog ha postato queste parole che sottoscrivo: ” una parola per dire, a dispetto di ciò che dice una parte degli italiani ed anche del mondo, che con la morte di Oriana Fallaci scompare una grande donna. Certamente alcune sue affermazioni erano oltremodo esagerate, ma una come lei, appassionata delle cose del mondo, della potenza del raccontare, non avrebbe potuto dirle in modo diverso certe cose, se non con veemenza, addirittura rasentando l’invettiva. in genere non amo la suddivisione e specialmente l’antitesi cultura di destra/ cultura di sinistra. Certe persone risaltano così come sono, nel bene e nel male, senza bisogno di inserirle in categorie.

  2. Ciao Saro.
    Mi sei piaciuto.
    Sono d’accordo con te sull’ultima parte del discorso. E’ vero, nel bene o nel male si può essere grandi, e evitare la suddivisione cultura di destra/cultura di sinistra è una grande prova di apertura.
    Dì a Cecil da parte mia che a mio vedere ha detto le parole più intelligenti e veritiere che abbia sentito/letto oggi in merito.
    Personalmente non sento la perdita, ma trovo che oggi siano opportune parole di rispetto (se ci devono essere) per la persona che è scomparsa.
    Magari riparleremo della scrittrice.

  3. Personalmente ho grande rispetto per la persona che è stata inviata di guerra in mezzo mondo e giornalista non supina ai politici.
    I toni esagerati? Molto meglio quelli che il politicamente corretto.

  4. Quando una persona muore è doveroso, secondo me, ispirarsi a sentimenti di pietà. Chi crede ne raccomanda l’anima a Dio, chi non crede cerca di passarne in rassegna la vita, cercando di seguirne l’esempio per le cose buone, di non seguirlo per le cose cattive. Oriana Fallaci è a mio parere un personaggio, un grande e prestigioso personaggio del nostro tempo. Proprio del tempo che stiamo vivendo, dominato com’è dal confronto fra civiltà. Un confronto che lei ha affrontato nel modo sbagliato, considerandolo più un braccio di ferro, uno scontro, una guerra, una contrapposizione fra “noi” e “loro” che l’ennesima sfida fra “nord” e “sud” del mondo, fra diversità così forti che non è possibile pensare l’una vincente sull’altra. Non ho condiviso la ricerca a tutti i costi della scontro, come la Fallaci ha fatto, né continuerò a condividerla, visto che altri, anche in Italia, sono iscritti di diritto al partito degli intransigenti. Nonostante questo non mi hanno scandalizzato le prese di posizione della Fallaci contro il mondo musulmano. Se devo essere sincero fino in fondo oggi mi inquieta ben altro. Avrete capito che mi riferisco alle parole del Papa su Maometto e i musulmani che hanno acceso una miccia pericolosissima. C’è chi ha parlato di “scivolone” di Benedetto XVI. Io non ci credo. Joseph Ratzinger è troppo raffinato – teologicamente parlando – per fare simili scivoloni. E’ come se Veronesi scambiasse un’appendicite per un tumore all’ultimo stadio. Dico tutto questo non solo con la consapevolezza di vivere un “passaggio stretto” nel dialogo fra occidente cristiano ed oriente islamico. Lo dico anche con il dolore del credente che si è sempre compiaciuto di come la Chiesa abbia dato un forte esempio di distensione, di dialogo, di confronto, di esaltazione e di rispetto fra diversità. Per il resto – tornando ad Oriana Fallaci – non c’è dubbio: è stata una grande, non certo una mediocre. Giornalista, quando il mestiere era saldamente in mani maschili; inviata di guerra, quando la parola benefit neanche si conosceva; compagna di Alekos Panagulis, la punta di diamante della resistenza democratica greca al regime fascista dei colonnelli; scrittrice di successo grazie e quelle che non erano provocazioni, ma coerenti scelte di vita e di pensiero. Per questo vorrei tanto che, passata lei, passassero anche le sue idee.

  5. Condivido, vorrei anch’io che passassero le sue idee. Ma temo che non sarà così, perché la credibilità e l’ammirazione di cui lei ha goduto in vita si moltiplicheranno esponenzialmente ora che è morta. Spero di sbagliarmi.
    A me scandalizzano le sue posizioni antiislamiche. Perché credo che un intellettuale (di prestigio, pure) che decida di impegnarsi civilmente abbia il preciso dovere di sviluppare spirito critico nei suoi lettori, non quello di inspessire la coltre di cecità dilagante.
    Un po’ come per Ratzinger: dalla sua posizione lui avrebbe il preciso dovere di spendere parole di conciliazione e tolleranza anziché di accusa e asprezza, e anch’io, come Gianni Stornello, credo che un papa in un discorso pubblico non lasci alcun margine agli “scivoloni”, ma piuttosto pesi ogni virgola col bilancino di precisione. E che, quindi, di scivolone non si è trattato.
    Vorrei finire con un suggerimento: “Lettere contro la guerra” di Tiziano Terzani, è la risposta ideologica a “La rabbia e l’orgoglio” della Fallaci. E’ una straordinaria e intelligente sollecitazione alla conoscenza e alla pace, all’indomani dell’11 settembre.
    Tutta l’opera e la vita di Terzani, per la verità, sono la vera alternativa all’odio predicato dalla Fallaci. Anche lui era giornalista, anche lui è stato in territorio di guerra, anche lui è morto, di tumore.
    Se la morte della Fallaci potrà farci scoprire e approfondire figure del calibro di Terzani, allora spero anch’io che la pietà copra e seppellisca la figura di questa donna.

  6. … “Dicevano che Oriana Fallaci era lì, in uno stanzino allucinato di Manhattan, come il vecchio Walt, con il cancro che le rubava la penna, e lei che di notte gliela risoffiava sotto il naso, la toscanaccia Oriana, l’insolente con i notabili, l’indulgente con i deboli, la mamma colta di Mau Chao, la giornalista – volenti o nolenti – più amata e celebrata d’Italia. La compagna di Panagoulis che aveva partorito Un uomo con un libro, giustiziando i colonnelli greci e le loro orge di potere. Che non aveva mai partorito un figlio, e con Lettera a un ambino mai nato aveva messo in croce la propria maternità straziata. L’Oriana che aveva intervistato la Storia, che aveva visto morire il sole, che aveva pregato: Niente e così sia e che, da bimba, era stata, con Penelope alla guerra. Questi titoli vi dicono nulla? Ai Più di voi, ahimè, nulla. Ai ventenni-trentenni italiani, nulla. Perché voi non leggete: quindi non siete .
    Anche se questo vostro tamburino ve l’aveva rullato due anni fa, dalla sua arrugginita gabietta di Alcatraz << Ehi, fratelli, qualcunao ne sa nulla dell’Oriana? Dove’è finita la mia Fallaci, quella che ci dava giù di Cristi e di Madonne, che trattava Arafat come un facchino del treno della Storia e tirava noccioline a presidenti e capi di governo dello zoo d’Occidente?>>.
    E adesso è arrivata la risposta, due anni di ritardo ma è arrivata. Pesante come una sbornia di Hemingway, creativa come uno schizzo di Picasso, struggente come il Ponte Vecchio, e partigiana, più di Gramsci e Garibaldi messi assieme.
    Perché Oriana Fallaci è diventata integralista, come Osama Bin Laden: il contrario di Bin Laden. L’Oriana mi fa la musulmana d’Occidente.” …
    Tratto da: “Jack l’uomo della FollaDiego Cugia – ed Mondadori 2002.

  7. la forza del niente: il caso fallaci; da pag.63 a pag.70 di “distruggere aiphaville”di valerio evangelisti. Ho scoperto la notizia. Ho pensato ad altro, altri. Nessun commento.

  8. Leggo in questi commenti una frase che non c’è. C’è scritto: “E’ morta la Fallaci, dobbiamo farlo, ci sta sulle palle ma dobbiamo farlo.. parliamone”. Ora usciranno i commenti-fiume per farmi capire che, comunque, sbaglio. I suoi libri, al contrario delgi attuali, lasciano qualcosa di forte in chi li legge. Prendo ad esempio “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”: scrivere già solo un titolo del genere (chi ne conosce il significato sa già a cosa alludo) è da eroi tristi che hanno capito tutto. Invece qui non le vedo dati i suoi veri meriti, la vedo maltrattata, sottovalutata e vedo sempre il solito gioco del “Io la penso così”, “hai ragione”.

  9. Il “dobbiamo farlo”, per quanto tu abbia la vista lunga, non c’è. Per fortuna questo è ancora un posto in cui si parla solo di cose di cui si ha voglia di parlare – tanti post infatti hanno zero commenti proprio per questo.
    Devo fare lo stesso “giochetto” anche con te: “hai ragione”, quando dici che i suoi libri lasciano qualcosa di forte a chi legge. Questa cosa è scritta un po’ in tutti i commenti precedenti a questo.
    “Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci”: la tua interpretazione di quel titolo è molto plausibile, come altre.
    Il “giochetto” può essere “spezzato” quando vuoi, come vedi: basta entrare e dire la tua, che “senti” diversa dalle altre. Nessuno ti maltratterà per questo. O almeno, se è successo, io non me ne sono accorta. E’ successo?
    Bisognerebbe, forse, avere un approccio un po’ più disteso e meno pregiudiziale, dato che onestamente continuo a non vedere i motivi di questa asprezza “preventiva”.

  10. Tempo fa Terzani rispondendo al famoso libro (quello lì) della Fallaci in una lettera aperta citò felicemente Kraus “chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia” forse interpretando lo spazio di tempo necessario alla decantazione delle notizie e delle valutazioni.
    A chi il tempo darà ragione?
    Al maestro della pace e della diversità di ” Un altro giro di giostra” o a chi non piega la schiena nonostante tutto.
    Nella triade filosofica penso sia fondamentale “l’arte per la vita”, quella piegata al servizio dell’umanità che ti fa sentire responsabile verso gli altri delle tue azioni…
    Bene avrebbe fatto la Fallaci a tenere per se convinzioni foriere di scriteriate emulazioni.
    Un saluto agli ispicesi di buona volontà

  11. Il bello del blog, che come saprete sto “gustando” per la prima volta in queste settimane, è proprio quello che non ci sono una cattedra, le colonne di un giornale, un microfono, una telecamera attraverso i quali dispensare giudizi inappellabili. Ci troviamo tutti in una piazza (do you remember “agorà”?) dove la libertà di dire e di esprimersi è sacra. Per tutti. Quando una personalità muore, in gergo giornalistico si dice che è d’obbligo il “coccodrillo”, il “pezzo” con cui si commemora lo scomparso: ma quanto era bravo, quanto era bello, ci mancherà, le sue idee non moriranno eccetera. Bene, noi stiamo facendo un “coccodrillo” per come in una piazza si può fare. A più voci. Con franchezza e senza censure. Sicuramente con minore ipocrisia. A partire dal fatto che l’intervento è facoltativo. Chi ha qualcosa da dire bene. Chi non ne ha legge, magari mugugna e basta! Più libertà di così…

  12. Carissimo Gianni “hai ragione”! Il bello dei blog è proprio quello che, alla fine, scrivi quello che pensi (se pensi) e senza la “presunzione” (da “presumere”) di dover convincere qualcuno delle tue buone ragioni. Questo, però, non significa che si possa andare a ruota libera…. e nei blog il rischio è reale. Non esprimo giudizi ne faccio commenti sulla figura di Oriana Fallaci. Prendo atto solamente del fatto che è stata una figura del nostro tempo e (scusate il paragone ardito), come la Juventus, è stata tanto amata quanto odiata. Quello che, però, non mi convince è l’incipit che ha dato vita a questi commenti. Francamente (e mi rivolgo a Clara) non riesco a leggerci la volontà di voler aprire un dibattito ma, piuttosto, il liberatorio grido “finalmente si è tolta dalle p….”. (Sbaglio?). Nulla da eccepire dal punto di vista della “libertà di pensiero”, molto, invece, riguardo all’opportunità di affrontare così l’argomento. Ho scritto poche volte su questo blog ma, in compenso, leggo molto spesso articoli e commenti e, in tutta sincerità da te (Clara) mi sarei aspettato un approccio diverso. Infine una riflessione su quanto detto a proposito del discorso di Papa Benedetto. Ma siamo sicuri che il nostro “scandalizzarci” sia dettato da uno “spirito pacifista” o, piuttosto, dalla paura di qualche attentato vicino casa nostra?

  13. E’ proprio vero che una sola virgola può contenere mille sfaccettature. Tu, Pietro, hai colto una delle tante facce che poteva contenere la mia frase di incipit.
    Se mi consenti (e se ti fidi) ti spiego cosa mi ha portato a questa apertura, e il perché del modo.
    Leggere dai quotidiani online della morte della Fallaci mi ha scosso molto, 4 giorni fa, perché era morto un personaggio forte, nel bene o nel male, del nostro tempo da una parte, e dall’altra un personaggio legato a molti miei ricordi.
    Ricordo i suoi romanzi, che vedevo leggere a mia madre quando ero bambina, e quelli allineati negli scaffali della libreria di mio padre, e ricordo quando aprii il primo, per poi andare avanti. Ricordo i dibattiti in libreria, quando uscì “La rabbia e l’orgoglio”, e la carta di Natale che usavo per confezionarne pacchetti dono. La sua morte mi ha scosso.
    4 giorni fa leggevo ovunque (parlo sempre dei quotidiani) parole di affetto ed elogio (i “coccodrilli” di cui parla Gianni Stornello), mentre negli spazi web di discussione ho letto molte e brutte parole di disprezzo.
    Volevo conoscere lo spaccaforno.it-pensiero in merito (perché qui ho letto quasi sempre cose intelligenti, e sapevo che non ci sarebbero state semplici “coccodrillate” o invettive), ma non me la sentivo di fare un “coccodrillo” pure io.
    Non me la sentivo perché non mi sarei potuta esimere, per come sono io, di spendere parole dure per quello che è stata, ha fatto ed ha rappresentato lei all’indomani dell’11 settembre. E mi è sembrato inopportuno, nel giorno della sua morte, andarci giù di parole dure (comunque ci sarebbero state pure quelle morbide, te lo assicuro).
    Quindi, ho scritto, semplicemente, quello che si legge lì in alto: non mi sento di commemorare la Fallaci, cerco qua dentro qualcuno che lo faccia, a proposito di commemorazioni (perché un paio di giorni prima, nel topic precedente, avevo parlato di commemorazioni). Senza altro dietro. Nessun grido liberatorio, e la volontà di aprire il dibattito c’era tutta (12 commenti ne sono la prova). Ora che conosco il pensiero di spaccaforno.it ho messo una monetina nel mio salvadanaio.
    Spero di aver sciolto il tuo dubbio, oppure, se dubbio non era, spero di aver scalfito una tua convinzione.
    In ogni caso, sono sempre qui per qualsiasi chiarimento.

  14. Solo un appunto sul Papa. Credo che Pietro si rivolga a me a proposito della paura di un attentato sotto casa. Credo il contrario. Ad essere esposti al rischio delle ritorsioni sono i cattolici impegnati nelle missioni lontane da Roma, l’anello più debole della catena. Per il resto credo che il grande lavoro delle diplomazie di queste ore stia cercando di riportare la serenità fra due “credi” che devono confrontarsi ma non scontrarsi. Bello l’appello wojtyliano “mai più guerre in nome di Dio!”.

  15. Visto che non era e non è tutt’ora intenzione entrare nel vivo dell’argomento lanciato da Clara, mi limito a due piccole puntualizzazioni (dovute) e poi tolgo il disturbo.

    Per Clara.
    Alla fine il tuo “coccodrillo” lo hai scritto e, a mio avviso, è anche molto bello (scusate la piaggeria) perchè esce fuori dagli schemi del “quant’era bella, quant’era brava” e parla di una persona sulla scorta di una esperienza personale. Il mio intervento non era dettato da dubbi o convinzioni. Volevo solamente fare una amichevole annotazione riguardo ad un modus operandi inconsueto (visti i tuoi interventi passati) e del quale non riuscivo a cogliere le motivazioni.

    Per Gianni.
    No, non mi riferivo a te. Ho preso spunto da un paio di citazioni sull’argomento Ratzinger per quella che voleva essere una piccola provocazione. Ho l’impressione che spesso (anche all’interno della Chiesa Cattolica) ci si nasconda dietro l’accettazione dell’altro per evitare di affrontare il problema sotto tutte le sue sfaccettature (anche quelle più scottanti). Ma lasciamo che la provocazione faccia il suo corso…….
    Ad maiora.

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