Per La Piazza Questione di LOOK Ma Non Solo

progetto-piazza-ispica.jpgSalute a tutti. Novità dal fronte “arredo urbano” ad Ispica. Si dovrebbero ristrutturare le due piazze principali, Regina Margherita e Maria Josè. Se ne parla da tanto, lo so. Ma Piero Controsceri nell’ultimo numero di “Sicilia Sud – Ispica Informa” pubblica alcuni particolari di uno studio sul restyling (anche se forse è il caso di parlare di new version) della piazza a cura di un pool di professionisti. progetto-ispica-piazza.jpgUn fatto che fa pensare ad una fase avanzata dell’idea visto che fra l’altro il gruppo, alla presenza dello stesso Controsceri, si è addirittura incontrato con il sindaco Rustico per parlare della cosa, anche se dall’incontro non è scaturito l’incarico formale. Per completezza di informazione il pool, sempre in base a quanto scritto da Controsceri, è composto dal professor architetto Salvatore Comes (Facoltà di Architettura dell’Università di Catania, sede di Siracusa), dall’ingegner Giovanni Amato e dal pittore Antonio Santacroce dell’Accademia delle belle arti NIKE di Catania e dell’Istituto Freudeubeg di Zurigo. Per avere meglio l’idea vi faccio vedere tre immagini tratte dal paginone centrale del giornale.monumento-piazza-ispica-pro.jpg

(Immagini tratte da “Sicilia Sud – Ispica Informa”
del 15 settembre 2006 – ottimizzate per il web da “Spaccaforno.it”)

Saltano agli occhi l’unificazione delle due piazze, la realizzazione di una sorta di palco sotto le scuole elementari (quasi in continuazione della gradinata esistente), la scomparsa del chiosco, dei monumenti alla Resistenza e ai Caduti, della Cartoleria e dell’Edicola Giunta e del distributore Esso,

la realizzazione di un obelisco con una fontana davanti alle scuole. Se ho ben capito, sarebbe previsto anche il rifacimento della facciata di queste ultime. Insomma l’intervento sarebbe, come dire, “hard” (ecco perché parlo di new version piuttosto che di restyling). Già nei primi anni ‘90 venne dato incarico all’architetto locale Biagio Pisana che arrivò a consegnare uno studio dettagliato, quasi un progetto che prevedeva semplici aggiustamenti. Poi, nel corso della sindacatura Amore, l’incarico venne revocato.

Sarete d’accordo nel pensare che la ristrutturazione della piazza principale per Ispica è invasiva tanto quanto un intervento a cuore aperto nel corpo umano. La piazza (concettualmente è una sola, anche se fisicamente è divisa in due contigue) era e resta il centro morale della città, anche se da essa non partono più i grandi dibattiti attorno alle varie problematiche locali. La nostra piazza è sempre meno “u Cianu” come l’intendevano i nostri nonni e sempre più qualcos’altro che ha più a che fare da una parte con la nostra memoria storica e dall’altra con il futuro sociale ed economico della città. Credo sia opportuno considerare pertanto l’intervento non solo sotto l’aspetto meramente estetico, architettonico e di arredo urbano che, lo dico a scanso di equivoci, va fatto. L’occasione diventa cruciale per ripensare il ruolo sociale ed economico del luogo. Insomma non è solo questione di look e ritengo importante che se ne parli, il più diffusamente possibile.

6 Comments

  1. al nord, in continente, a Torino dove risiedo quando devono ristrutturare una piazza, quando si chiede ad un artista di intervenire con un monumento per arredare un luogo pubblico, per quanto ne so – e ho anche assistito in un paio di momenti- si tengono degli incontri serrati tra i progettisti, artisti, assessori e quant’altro con i residenti e finché non si trova un progetto comune, una comune simpatia, non c’è una minchia da fare, se un progetto non piace, non passa. Della piazzetta del “pupo che piscia”, rispettando gli architetti, sono sempre convinto che se ne sia stato fatto uno “scempio”, non dico delle bellezze geometrili, i grandi e terribili palazzi che sono stati vomitati al corso, ma, ogni volta che sento parlare di look, scusatemi, io mi “tocco”: uno scempio; non ho dubbi. Non capisco di obelischi a meno che non sia un’allusione a quello che ci attende, agli spaccafurnari e ‘fanculo, è vero il detto “a ma casa ci pensu iu, fora ci pensa iddiu”, vero perché non comprendo questo tacere intorno alle cose che una volta erano motivi di orgoglio per la bellezza e quel tocco -poca cosa ma tanto era- che davano calore e “storia” di paese e adesso pare non fregare un cazzo a nessuno viste le condizioni di quello strazio che hanno fatto all’Annunziata, allo stato di abbandono totale del Palazzo – ma sì, mi direte che lo restaureranno, e chi? Chi saranno i responsabili del progetto? Proviamo a indovinare il nomi degli obesi?- ma ‘fanculo allora se siete come gli struzzi, se all’ingresso del paese avete tirato su quella specie di terribile madonna, se in piazza Brancati le panchine sono tutte divelte, se ogni piazza di spaccaforno è diventata inospitale quale “maravigghia” se (allora) anche u ciano diventa specchio dell’orrido e volgare gusto dei suoi abitanti?

  2. credo che sarebbe anche ora di dare una modificata a quella piazza, non ho mai capito perchè è divisa in 2, a che pro?
    ma ha ragione franco, quegli schizzi che mi significano?
    mi sembra un posto sterile, una fontana, una maccia, niente verde, tanto a ispica abbonda, una piazza ben più grande dell’attuale, senza nulla, e la gente dove minchia si sbraga, non siamo mica giapponesi che nelle piazze mettono una panchina solo ad uso estetico ma guai a sedercisi

  3. Mi soffermo su una considerazione circa la prima immagine proposta: guardandola mi sono chiesto se qualcuno si è ricordato di far vedere, ai progettisti, le immagini antiche della piazza? Quelle di quando la Chiesa Madre aveva la naturale scalinata frontale, e non quella attuale – mutilante della prospettiva.
    Guardando mi chiedevo anche in quale tipo di contesto si voglia collocare il “nuovo salotto della città”? Cioè, sembra che con questo progetto, Ispica voglia dimenticare che non è inserita nel contesto del barocco valorizzato dal turismo. Sì, mi sembra un ottimo progetto sul filone dell’ispicesità, un bell’intervento “hard” devastante del passato come solo da noi si sa fare con tanto di certificazione “scientifica”.
    Mi sembra di aver visto un rivoluzionamento totale della facciata della scuola e la costruzione di una grande scalinata che dovrebbe surrogare le panchine (ora chi glielo spiega a mio zio, ca tutti i pomeriggi si assitta na panchina vicinu a statua ra Resistenza, che gli toccherà assittarisi ‘nterra, se vo stari a chiacchierari in con i suoi giovani coetanei di settant’anni?).
    Ecco, se Ispica vuole rimuovere il passato farà bene a scegliere questa via Hard di ricostruzione che prevede anche consistenti demolizioni: chi si è fregato il chiosco e le costruzioni dell’edicola Giunta?
    Scommettu ca fu “’sa pazza” ch’è chianata supra a colonna.
    Chi è quella acchianata dassupra?
    Sarà forestiera, a mia non mi pare a signorina da “Resistenza”. Chidda ca fici lu Maestro Salvo Monica.
    Non mi dite che sopra l’obelisco c’è l’anima Nuccenti del Puttino?
    Che dite?
    Miii, il Pupo sopra all’obeliscio?
    Va buona, sdrammatizziamo che non mi pare ‘na cosa seria.

    Fateci caso, nella seconda immagine, con due alberelli si nasconde il “Condominio Brafa” con la condizionale di stare fermi in quel punto di osservazione, perché se ci si sposta, un po’ più sotto, il palazzo riappare . Per cancellare l’estetica discutibile della scuola la si rifà, e con due maccie si trova il modo di ammucchiare un palazzo.
    Credo che quel poco che si è visto da questi bozzetti, sia troppo Hard.
    Anche per la Ispica che di “SciokHard” è consumatrice seraficamente ignara e stupidamente felice.

  4. comunque anch’io sono convinto che non c’è niente di serio nelle immagini sopra esposte anche perché non si capisce molto – o sono io che non capisco – di che piazza si tratta. Sì, quella piazza ha bisogno d’una lavata ma per favore, lasciatemi quei sedili circolari di ferro intorno alla maccia che sono vere opere d’arte; lasciatemi anche quel monumento che fa tanto “paese” dei caduti e fate ‘na bella mattonellata o sistematemi un bel prato un po’ come quello che c’è in piazza dei Miracoli, dove c’è la torre pendente. Noi ne abbiamo una prepotente. Clara, non parliamo di restauro a ispica che altrimenti qualcuno ci magna di grosso… A proposito, visitate http://www.nabanassar.com/aggiornamenti.html e se vi capita di dare l’occhio in edicola, Giotto, L’artista e la vita 7, la quarta di copertina. Un vasuni no immu a tutti i spaccafornari!!! Saro, certo che il pupo che piscia dall’obelisco sarebbe fantastico.

  5. Non preoccupatevi più di tanto. Quel progetto spaziale futuristico mostrato da Gianni è inconcepibile nel contesto della nostra città. E poi, pensate che un Sindaco ultra conservatore e tradizionalista (per paura di sbagliare ha congelato la città!) possa mai approvare un tale progetto? Niente paura! La piazza è e rimarrà tale!
    Mi chiedete se sono contento? NO.
    La piazza va ripensata e ristrutturata, e qui sono daccordo con Saro, volgendo intelligentemente lo sguardo indietro (si possono giudicare solo “pazzi” coloro che hanno cancellato la scalinata della Chiesa Madre).
    Proposta: perchè non indire un concorso con borsa di studio per architetti avente ad oggetto la ristrutturazione delle piazze Regina Margherita e Maria Josè, avendo cura di redigere un regolamento affichè i progetti siano mirati alla riqualificazione e rivalutazione delle nostre bellezze architettoniche, e non come appare sopra, alla loro distruzione? NON CONSERVATORI, ma rispettosi della nostra storia, della nostra identità e della nostra cultura. Chissà, e rispondo, caro Gianni, alla tua esigenza di stimolare quella tensione etica e morale ridotta ai minimi termini, che la ristrutturazione del cuore della città realizzata con i criteri su menzionati non concorra a ristrutturare innanzi tutto le menti e rilanci il ruolo sociale ed economico ro Cianu?
    Ai posteri l’ardua sentenza!

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