Come dice Signora

“Come dice Signora, che non la capisco? Non la sento bene che ci sono i muratori che stanno impastando con la betoniera a benzina e c’è rumore. Ma non lo sente pure lei?”

“…”

“Ah! Meno male, almeno lei se lo risparmia e me lo sopporto solo io. Niente ci fa, ché mastro e picciotto stanno lavorando e pare brutto a dirci di accattarisi la betomiera col motore elettrico che è più silenzioso.”

 “…”

“Anche da lei c’è rumore, ma cosa mi dice mai cara Signora. … Come? Ah! Sarebbe colpa mia per la storia che le ho confermato l’uscita dei due libri a dicembre … le chiedo perdono, ma non volevo alzare nessuna rumorata nell’intenzione.”

“…”

“Come dice?”

“…”

“Ma si figuri! No. Stia tranquilla che non ne fa mala figura a regalare il libro Bouquet a sua cugnata, glielo posso assicurare. Gli ho messo il vestitino da sera al libro e gli ho fatto fare pure il bagno con il bagnoschiuma Felce Azzurra. Non credeva per caso che lo avrei mandato ad un importante appuntamento così, tutto sudato dai giri di corsa fatti nel feisbukomio. Sì, non si preoccupi, il vestito è sartoriale con quelle piccole imperfezioni che sono tipiche dell’artigianato.”

“…”

“No. Ma quando mai glielo abbiamo cucito qua in paese il vestito buono a ‘Bouquet’, l’ho voluto fare io con le mie mani senza lasciarlo ai cinesi che a pagamento te lo aggiustavano in quattro e quattr’otto, ma si sarebbero perse le piegoline che lo rendono artigianale fino in fondo; all’antica, senza che ci mettano il naso dentro quelli dei servizi dei professionali a pagamento.”

“…”

“Sì! Stia tranquilla Signora, è un vero libro con una testa e una coda. Tutti e due lo sono, e per essere sicuro pensi che quello che respira più spaccafornaro, Bouquet, avrà la prefazione di una catanese.”

“…”

“Sì, così l’ho fatto leggere a qualcuno che non conosceva né ai Bellisario e nemmeno a ‘Ngilieddu. Sa, solo questo mi garantiva di avergli cucito un vestito che potesse varcare la calata o tagghiu, a barrera e se vuole si può anche prendere la strada di Modica. Un libro che ha Spaccaforno ma non è solo per gli spaccafornari ci mancherebbe!? Le dico semplicemente che la prefazione l’ha scritta la Professoressa Graziella Cardillo. Che come le dicevo respira più polvere dell’Etna lei che noi di tutto il paese messi insieme.”

“…”

“Come dice? L’avrebbe potuta scrivere chiunque in paese? Certo ma le ho spiegato che a me interessava che a farlo fosse qualcuno che non conosce né le persone né i luoghi di qui, da noi. Però ho fatto anche il lavoro inverso, cioè al libro ‘FitusoVirus 2020’ che ha i piedi luonghi e se ne esce per ovunque, ho chiesto il favore di leggerlo, e scrivere quello che vuole, a uno spaccafornaro.”

“…”

“Come dice? Sà iddu a cui capitai!?  E lo sapevo che lei sarebbe stata reticente e infatti la prefazione l’ho chiesta a una figura posizionata bene dentro la scuola, e ovviamente a Spaccaforno, la scuola per eccellenza è il Liceo Curcio.”

“…”

“Come? Mi chiede se l’ha scritta Roberto? No Roberto ha da fare con la barca a vela. L’ha scritta il Professore Corrado Corallo che è al Curcio.”

“…”

“Lo conosce?! E lo immaginavo lei conosce a tutti!”

“…”

“Ah però, non lo sapevo che il professore avesse anche questa funzione dentro la scuola. Io so solo che ha un’ampia cultura e questo mi basta.”

“…”

“E’ contenta? Ha visto? Questa volta gliel’ho detta io una cosa che ancora suo marito non le ha raccontato. Così quando vi vedete glielo dice lei e ci fa capire che anche lei ha le sue fonti dirette da dentro al feisbukomio.”

“…”

“La devo lasciare che mi aspettano al lavoro.”

“…”

“E sì! Certo, mica faccio lo scrittore comodo a casa sua! A me mi tocca indossare la tutina e mi creda lo faccio ancora volentieri, nonostante l’età.”

“…”

“Porga i miei omaggi a Suo marito, che è una cara persona e pure pacinziuso a cummattiri con tutte le curiosità che ha lei!”

“Arrivederci!”

“Arrivederci Signora, buone cose!”

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 Spaccaforno 16 novembre 2021

© Saro Fronte

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