Un diario dal “confino” è questo il lavoro di Saro Fronte, autore dalla scrittura “poetica” sperimentale, dove per poetica si intende proprio quel “fare” greco.
L’esilio all’umanità è imposto dal FitusoVirus. Nell’opera l’isolamento e il distanziamento si esorcizzano nell’unico viaggio possibile e realizzabile, che ha come punto di partenza l’Io esistenziale, fino a raggiungere la corte inglese, per poi quasi in un eterno ritorno placarsi, nei luoghi della genesi umana e geografica dello scrittore: Spaccaforno. Ne è testimone la lingua che si tuffa nei sicilianismi, anche in luoghi e contesti dialogici dove l’uso intimo dell’idioma regionale è ignoto, rendendo surreali le scene e familiari i personaggi.
L’autore ci conduce poi nel Feisbukomio/piazza dove tutti esprimono tutto e il suo contrario, in una frenetica teatralità, a tratti sospesa tra il grottesco e l’ironico.
Virus-Isolamento-Viaggio, sono l’innervatura dell’opera, in una souplesse che conduce il lettore e l’autore, che nel percorso si fa guida, a focalizzare l’”umanità” e la sua “vacanza”, mostrando tante esistenze reali o virtuali, proprio nel momento in cui la vita è contagiata e minacciata.
Cadono tutte le maschere, l’Uomo si scopre nudo e vulnerabile.
Corrado Corallo
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